lunedì 9 febbraio 2009

Il terzo personaggio: Un'anima divisa in due

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Il terzo personaggio. Il terzo personaggio ha due anime, quelle di due ragazzi giovanissimi, forse sedicenni. Sono giapponesi? Coreani forse, o magari filippini. La nazionalità importa poco, ciò che importa è che sono innamorati. Il binario 1 è gremito: decine e decine di pendolari stanchi, scocciati, esausti attendono che la testa verde, come quella di un serpente marino, del treno appaia all’orizzonte. Qualcuno è indispettito dal ritardo congenito di cinque minuti che il treno porta con sé, qualcun altro ha le guace arrossate dal freddo, qualcun altro ancora cerca di riprendere fiato perché ha appena corso per le scale, certo che il treno stesse per partire, quando doveva ancora arrivare… in mezzo a tutto questo, ai volti grigi, scuri, c’è un’isola color rosso, non il rosso acceso della passione tra adulti, ma un rosso delicato, il rosso dell’alba che si confonde con il rosa delle nuvole. In quell’isola, in un mondo tutto loro i due ragazzi si stringono, si allontanano, poi improvvisano un gioco rendendo partecipe la linea gialla del binario. Lui sembra uno di quegli studenti giapponesi dei cartoni animati, ha il cappotto di panno nero, la sciarpa ordinatamente sistemata e guarda lei, mentre le tiene la borsa, come se fosse un tesoro prezioso, persino come se fosse una bellezza. Lei non è bella, minuta, capelli neri liscissimi, lineamenti troppo marcati, ma quando alza lo sguardo e sorride al suo amore si illumina e quasi diventa bella. Si scambiano un bacio, non volgare, casto persino.
Un evento che attira l’attenzione.
Una signora di mezza età li guarda assorta, sembra quasi invidiarli, è ammirata, vorrebbe spogliarsi dei suoi cinquant’anni e tornare una ragazzina, vorrebbe tornare ad amare in quel modo, spensierato, che ancora niente conosce della vita vera.
Un signore distinto in giacca e cravatta con la ventiquattro ore in mano scuote la testa, di certo è sposato ma ha una relazione con la sua segretaria, sembra voler dire a quei due ragazzi di lasciar stare, che non ne vale la pena, che l’amore non è poi così importante, che finisce male quasi sempre. ..
Una ragazza trentenne dai capelli cortissimi cerca, con disinvoltura, di asciugare una lacrima. Deve aver rotto da poco con il ragazzo, con quello che rimarrà sempre il suo grande amore perché i loro destini erano troppo diversi, vedere quella gioia la fa soffrire. Ha persino tagliato i capelli per darci un taglio, per dimenticarsi di lui.
La testa verde del serpente marino finalmente appare, l’altoparlante raccomanda di restare dietro alla linea gialla. Il ragazzo da cartone animato prende per mano la sua miniatura di donna. Così, uniti, spariscono tra i viaggiatori, ma nell’aria rimane ancora qualche traccia profumata di quella fresca fragranza del loro grande amore.