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Dall'altra parte
Capitolo I
Vento Nuovo
Forse il vero problema era che si sentiva in
gabbia, chiuso.
Alle volte gli sembrava persino di respirare a
fatica, come se le pareti della sua stanza lo volessero schiacciare, come se ci
fossero spesse sbarre di ferro tutto intorno a lui.
Era stufo, stanco, depresso e persino
malinconico.
Si sentiva intrappolato in una vita che non
voleva, non aveva nemmeno avuto il tempo di capire, di elaborare: era successo
tutto velocemente, troppo velocemente e ora ne subiva le conseguenze.
C’erano dei momenti in cui cercava di
ricordare, si fermava, si guardava dentro e si chiedeva che fine avessero fatto
i sentimenti che aveva provato in passato, quelle emozioni, quei sussulti e
soprattutto si domandava dove fosse finito l’amore. Provava a ricordarlo, ma,
certo, questo non era sufficiente, non si può vivere un’intera vita col solo
ricordo dell’amore.
Quando Xiaoli era vicino a lui, quelli erano i
momenti peggiori. Perché la guardava e non sentiva niente. La stringeva, la
baciava e provava con tutto se stesso ad amarla, a ricordarsi com’era stato in
precedenza, a ripensare a quanto gli piacesse stare con lei, all’inizio, a
quanta gioia gli desse passare del tempo con lei, a quanto fosse emozionato
alla sola idea che l’avrebbe vista, che avrebbe baciato le sue labbra morbide,
ma era tutto inutile e lui era furioso con se stesso.
Si odiava.
Perché si rendeva conto benissimo che la povera
Meng Xiaoli era sempre la stessa, tale e quale. Aveva spuntato i lunghi capelli
corvini nell’ultimo mese, questo sì, ma la cosa che più lo spaventava era il
suo essere sempre uguale dentro, nel profondo. Devota, gentile, sorridente,
affaccendata, amabile, piena di piccoli gesti e pensieri per lui.
Da quasi otto anni era tutto questo, senza
cambiare mai, senza un tentennamento, lei era sicura di tutto e lo era più di
ogni altra cosa del fatto che volesse passare il resto della sua vita con lui.
Avevano finito le scuole superiori insieme, lui
aveva iniziato e finito l’università, mentre lei s’era dedicata al lavoro, da
subito, aveva cominciato a fare la commessa in un negozio di vestiti di un famoso
marchio occidentale, che aveva aperto da relativamente poco in città.
Xinfeng ricordava nitidamente quando era felice
di vederla la sera, quando il cuore gli accelerava quando la passava a prendere
a lavoro, quando ridevano e parlavano di tutto con un’armonia che non credeva
potesse finire. Erano momenti belli, perché Xiaoli era il suo grande amore,
quello che –ne era convinto- non sarebbe finito mai, non poteva finire. Eppure,
ora, come per un incantesimo lanciato per dispetto da una strega cattiva, era
finito. Dentro di lui, era finito tutto. Non c’era verso di riportare indietro
quei sentimenti e piano, piano aveva iniziato a distaccarsi da lei; aveva
iniziato a fare altri sogni, a immaginare una vita in cui lei poteva non
esserci e non cambiava poi tanto. Ricordava nitidamente di progetti fatti
insieme, guardando il cielo stellato e le luci della città sotto di loro in
cima a Yangming Shan, di come sarebbe stata la loro casetta, di quali mobili
avrebbero scelto … avevano persino deciso di che colore sarebbe stata la cucina,
cosa avrebbero mangiato a colazione e come si sarebbero alternati per fare le
pulizie di casa … Ripensando a tutto ciò, Xinfeng sentiva un dolore forte alla
bocca dello stomaco, gli dispiaceva da morire, ma non poteva farci niente, non
l’aveva mica fatto di proposito! Era solo che quelli, a un certo punto, avevano
smesso di essere i suoi sogni, le sue speranze per il futuro. Forse, in parte,
era stata colpa/merito dei suoi studi, che gli avevano fatto guardare oltre,
aveva studiato design e il mondo si
era aperto davanti ai suoi occhi come un tappeto magico che si srotola piano
piano tirando giù immagini, visioni e pensieri che non immaginava nemmeno
potessero esistere.
«Non devi preoccuparti di niente, ci penso io
tesoro, ho già parlato con tua mamma, organizzeremo tutto, sarà un giorno
memorabile.»
Così gli aveva detto Xiaoli qualche giorno
prima, proprio mentre erano giorni che lui non riusciva a pensare ad altro se
non a quanto avesse una voglia incontenibile di cambiare le cose, di dare una
svolta alla sua vita, che sembrava sempre di più una trappola che gli si
stringeva addosso senza possibilità d’uscita alcuna.
Solo quando Xiaoli aveva finito di parlare e lo
aveva guardato con gli occhi pieni di luce, lui si era reso conto che lei
voleva sposarlo, sul serio. E da quel momento niente era stato più come prima:
aveva iniziato a sentirsi ancor più stretto, a disagio e sempre più dubbi si
erano fatti strada nella sua mente confusa.
Cosa fare? Sposare Meng Xiaoli era davvero la
scelta migliore? Era la vita che desiderava o stava buttando via la sua
giovinezza? E poi c’era quella domanda, c’era quel modulo che aveva compilato e
inviato in un mondo lontanissimo di cui aveva solo letto, solo sentito parlare,
ma che gli permetteva di tenere accesa una piccola luce di speranza nel buio
che vedeva prospettato davanti a sé.
Con tutte queste e molte altre domande che si
alternavano nella sua testa, aveva pensato di chiedere aiuto a qualcuno che
potesse dargli una mano, un consiglio, un suggerimento.
Era andato, per prima cosa, alla sala da tè dei
mille fiori, dove si riunivano solitamente i suoi amici, a cercare Liu, il suo
compagno di avventura, ma aveva dimenticato che lui era anche amico di Xiaoli e
che erano cresciuti insieme, tutti e tre. Liu vedeva le cose in modo parziale,
non poteva essere oggettivo. «Secondo me hai solo paura di non essere
all’altezza! Tu non sei poi niente di speciale, ma sei molto fortunato. Hai
trovato un buon lavoro in quello studio a due passi da casa, la tua famiglia ha
scelto per te una donna che conosci bene, di cui sei invaghito da quando eri un
ragazzino e ora lei vuole sposarti, qual è il problema? La tua vita non
potrebbe prendere piega migliore di questa! Cretino che non sei altro!» detto
questo Liu si era alzato dal tavolo e lo aveva lasciato lì, solo come un cane,
più confuso di prima a guardare le foglioline verdi che ballavano allegre
schiudendosi nell’acqua della sua tazza da tè. Quello che aveva detto Liu era
giusto, di base. Chi avrebbe potuto desiderare di più? In fondo dalla
prospettiva del suo amico lui era solo uno sciocco e forse aveva ragione. Ma la
questione era esattamente quella: prospettive. E la sua di prospettiva era
completamente diversa. Perché lui non riusciva ad accontentarsi, a sentirsi
bene con quello che aveva ad arrendersi a una vita che sarebbe stata – per
quanto felice, magari- mediocre e banale; no, lui voleva di più, voleva vincere
quella borsa di studio per cui aveva mandato una domanda solo per gioco e
andarsene via, cambiare tutto, diventare chi davvero sentiva di essere, anche
se ciò avesse significato lasciare tutto e ricominciare da zero in un mondo
nuovo.
Era rimasto seduto immobile finché il cameriere
non gli aveva gentilmente chiesto di lasciare il locale, perché era ora di
chiusura. Liu non l’aveva aiutato, anzi, aveva peggiorato le cose facendolo
sentire terribilmente in colpa e ancora più confuso. Si chiedeva perché, se
Xiaoli era davvero la donna del suo destino, il suo cuore non ne fosse affatto certo,
ma non trovava risposte, se non nel fatto che era lui il problema. Era lui ad
essere cambiato negli anni, a essere cresciuto e diventato qualcuno di diverso
dal ragazzino troppo magro, coi capelli a spazzola e i pantaloni della divisa
del liceo troppo larghi che Xiaoli aveva conosciuto e di cui allora s’era
innamorata.
Quel giorno se lo sarebbe ricordato per sempre
con un affetto, una tenerezza e una nostalgia incredibile, anche se, si rendeva
conto che era ormai diventato nulla più che un bel ricordo da conservare nel
profondo cuore.
Il primo giorno che aveva visto Xiaoli a
scuola. Xinfeng stava passando accanto alla finestra della sua classe, per
sbaglio, aveva guardato dentro e aveva incrociato lo sguardo brillante, acceso della
ragazza. Era bastato quello per far partire la scintilla. E il resto era venuto
da sé con una facilità indicibile, un amico in comune e il più era fatto. Tutto
il batticuore, tutto quell’amore che aveva nutrito per lei … svanito, per
sempre.
Mentre camminava verso casa i pensieri
viaggiavano veloci indietro nel tempo, cercando di ritrovare quel punto, un
momento preciso in cui le loro strade s’erano divise per sempre, senza via
d’uscita o di ritorno; ma non era semplice trovarlo, affatto.