giovedì 16 febbraio 2012

Impressioni su un San Valentino taiwanese

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Uno Scroscio di pioggia, improvviso e inatteso. 
E le nuvole, quando la pioggia finisce che si tingono di rosa pastello, vorresti averla una parola in italiano per dirle, le nuvole rosate del tramonto! Ma non ce l'hai. 
霞 e dici tutto. Non hai bisogno di molto di più.

Uno scroscio di pioggia e nuvole rosate a San Valentino quasi una presa in giro, e i biancospini che stanno per fiorire mentre lo vedi arrivare, Valentino, "vestito di nuovo".

La ragazza dai lunghi capelli neri è accucciata e fa una foto col cellulare, fotografa un pacchettino fucsia, dovrà postarla su facebook tra due istanti, la foto. Non le interessa mica che chi le ha fatto il regalo è lì seduto accanto a lei e guarda in basso, quasi sconfitto. 
Il regalo le è piaciuto, vuole metterlo su facebook, si dice lui per convincersi che in fondo la ragazza è a lui che pensa mentre, sempre iPhone in mano, scrive risposte forsennate ai commenti delle amiche che hanno visto la foto. 
Povero ragazzo illuso! Lei s'è dimenticata che esiste! Bel San Valentino!

Scendendo le scale della metro, di fretta, tre ragazze discutono di cosa fare nel pomeriggio: shopping a dongqu 東區 o forse meglio sport? 
La più minuta delle tre - sciarpa di lana blu, maglietta di cotone, pantaloncini cortissimi, niente calze e stivali imbottiti di pelliccia- d'un tratto sembra tornare alla realtà e prova a dire: "ma dobbiamo proprio fare qualcosa? Alla fine noi il ragazzo non ce l'abbiamo!" 

Poveretta, anche lei illusa! 

Non ricorda che è in un paese in cui festeggiare fa bene in ogni caso, se non hai il ragazzo "buon San Valentino" lo dici agli amici e i ristoranti che offrono menù per gli innamorati non fanno come in Europa, non dimenticano gli sfortunati "scoppiati" nel giorno delle coppie e ti dicono che se sei single puoi festeggiare con gli amici, lo sconto te lo fanno lo stesso!
Sì, perché questo è il paese dei servizi di qualità, perché se esci a cena per San Valentino non trovi prezzi altissimi, ma mangi in due e paghi per uno! E se vai al cinema in due un biglietto è gratis!

Così qui hai il diritto - se sei single o il tuo amore é un tantino dall'altra parte del mondo- di festeggiare. 
Mi piace Taiwan. 
Ogni scusa è buona per radunare gli amici mangiare e vedere un film, che solo per caso, random, si chiama 愛Love...

Il ragazzo con l'acquario

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Le braccia sembrano non essere lunghe a sufficienza, la borsa di pelle finta che riprende uno dei modelli Prada decisamente da donna, penzola giù dall'avambraccio; ma la sua attenzione è tutta concentrata sulla scatola di vetro che stringe in mano: un acquario. 
Aspetta al semaforo - mancano ancora quaranta secondi dice il conto alla rovescia- con l'acquario in mano. Si guarda intorno, di tanto in tanto, perché si sente osservato, perché è il ragazzo con l'acquario.
L'acquario è vuoto. Non lo era mica fino a ieri, popolava di piccoli pesci brillanti neri striati di blu fluorescente, i suoi amici, gli avevano tenuto compagnia per tre anni, compagni fedeli, nella piccola stanza del dormitorio. 
Se lo ricordava ancora, erano loro due, lui e lei la sua 小白, Piccola Bianca, in una calda giornata di gennaio, una come oggi, di quelle rare giornate soleggiate a Taipei, a passeggiare per i viottoli della città. Lei si era illuminata nel vedere la vetrina colorata e viva del negozio di animali, era voluta entrare e con quella sua vocina delicata aveva detto guardandolo: "perché non compriamo dei pesciolini, in camera tua non c'è un acquario?" 
Sì, in camera sua c'era un piccolo acquario, piuttosto vecchiotto, senza quei meccanismi sofisticati per la purificazione o la gestione della temperatura dell'acqua; uno di quelli che per cambiare l'acqua ha bisogno di dedizione, di un lavandino e di una mano che controlli che l'acqua non sia troppo calda per evitare un bollito di pesce. Quell'acquario non era del tutto suo, non l'aveva comprato: quando era arrivato al campus con le sue due valigie quel ragazzo magro magro con la testa grande e troppo tonda che viveva nella sua stanza e si era laureato l'anno precedente, gli aveva lasciato l'acquario in eredità.
I pesciolini si erano trovati bene nella nuova casa e lui e Xiaobai, Piccola Bianca, facevano i turni per dar loro da mangiare e far sì che l'acqua fosse sempre pulita.
Tre anni di cure e ora rimane solo un acquario vuoto, una scatola di vetro senza vita che stringe forte, lui, al semaforo.
I pesciolini son finiti nello sciacquone. Uno dopo l'altro davanti ai suoi occhi annebbiati dall'alcol, davanti a lui che li fissava impotente, incapace di muoversi, colpevole e cosciente di esserlo. 
Vedeva lei fuori di sé, preda di una rabbia che  non le si addiceva, una rabbia nera. 
Le spiegazioni, i balbettii non erano serviti. 
Come seguendo un copione giá scritto la ragazza, non più sua ormai, era andata verso l'acquario, lo aveva  preso, era andata verso il bagno e giù . 
Uccisi uno dopo l'altro i poveri pesci innocenti. 
  Cancello tutto. Com'è che era? Li accudiamo insieme, loro si fidano di noi e noi l'una dell'altro? Era così che dicevi? Ecco cosa me ne faccio delle tue parole vuote! Sei una nullità, non voglio più vederti!
Xiaobai ha cancellato tutto, l'ha vista sta mattina uscire dalla caffetteria con uno straniero. Ha rovesciato la rabbia insieme ai pesci e ora guarda avanti.
A lui è rimasta solo la scatola di vetro e se la porta a casa per le vacanze invernali, ci si aggrappa quasi.
Ha sbagliato? Sì. Quella ragazza l'ha baciata davvero in discoteca. Non poteva sapere che Xiaobai era lì. 
Non poteva cancellare tre anni, lui. 
Cosi eccolo lì, al semaforo, a tenere stretta la sua scatola di vetro, tutto quello che gli resta. 
Altro che un pugno di sabbia, un acquario di vetro, vuoto.