mercoledì 19 febbraio 2014

Tradurre o/e Interpretare

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Normalmente e tecnicamente, il "Traduttore" è colui che traduce testi in forma scritta, lavora di solito con un arco di tempo a disposizione e ha modo di rivedere e revisionare, limiare il suo testo in lingua d'arrivo. L'"Interprete" anch'egli traduce, ma la sua traduzione è in forma orale, viene effettuata a distanza più o meno breve (in modo simultaneo o consecutivo) alla produzione dell'oratore. Non ha mai o quasi mai modo di correggere o sistemare il prodotto del suo lavoro, perciò l'interpretazione, rispetto alla traduzione, può esser considerata ad uso più immediato.
Inoltre, la traduzione scritta rimane ed è consultabile nel tempo, mentre l'interpretazione svanisce al suo termine.

Questo vale per la figura dell'"interprete" e quella del "traduttore", ma se passiamo ai verbi allora tutto cambia ... quando trasformiamo un contenuto espresso in forma orale o scritta in una determinata lingua, in uno identico, ma in un altro idioma, stiamo traducendo. E ogni qual volta traduciamo non possiamo far a meno anche di interpretarlo, il testo, perché, appare logico che ogni traduzione è il frutto dell'interpretazione del testo di partenza da parte del traduttore/interprete professionista che lo affronta.

Dunque, se teoricamente la distinzione professionale tra interprete e traduttore possa esser abbastanza netta, tuttavia, nella pratica per tradurre interpretiamo e traduciamo interpretando.

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