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Arrivato a casa aveva trovato Xiaoli, col
solito sorriso smagliante, ad attenderlo. «Tesoro, eccoti finalmente! È
arrivata questa, per te.» la mano di lei, dalla carnagione fin troppo chiara,
quasi trasparente, teneva stretta una busta da lettera bianca. Xinfeng la prese
in mano e non appena vide l’intestazione, il cuore iniziò a battergli
fortissimo: era il ministero dell’istruzione e in quella busta, ne era
convinto, c’era la risposta alla sua domanda per la borsa di studio per il
master. Doveva solo trovare il coraggio di aprirla e leggerla. Xiaoli lo
osservava perplessa, non sapeva nulla della domanda che il suo presunto futuro
sposo aveva inviato, non sospettava nemmeno lontanamente che lui potesse avere
anche solo una minima ombra di dubbio sul loro futuro insieme … «Chi è, chi ti
scrive?» chiese mentre cercava di sbirciare il contenuto del foglio bianco che
Xinfeng aveva tirato fuori dalla busta; lui prontamente lo ripiegò e se lo
infilò in tasca in tutta fretta. «Devono aver sbagliato, boh! Esco a fare due
passi.» disse con gran furia, sperando di riuscire nell’intento di confondere
la ragazza. Xiaoli rimase senza parole e prima che si rendesse conto che
Xinfeng era appena rientrato da una passeggiata, lui era uscito di nuovo e
guardando fuori dalla finestra lo vide, di spalle, allontanarsi sul far del
tramonto e svoltare l’angolo del piccolo vicolo in cui vivevano da tempi ormai
immemori.
Xinfeng camminò lentamente, stringendo la
lettera forte tra le dita. Non sapeva nemmeno lui cosa sperare. Se il ministero
non aveva accettato la sua domanda, da un certo punto di vista, sarebbe stato
più semplice, non avrebbe avuto molte alternative, avrebbe semplicemente dovuto
continuare la strada che stava già percorrendo da anni, in silenzio, senza
troppe pretese. Avrebbe continuato il lavoro che tutto sommato non gli
dispiaceva, avrebbe sposato Xiaoli e forse sarebbe persino riuscito a essere
felice, accontentandosi di quanto il dao,
il destino, la vita avevano preparato per lui.
Il vero guaio sarebbe stato se il ministero
avesse, invece, accettato la sua richiesta. Se da un lato questo era quello che
sentiva di volere profondamente, si rendeva conto che avrebbe comportato un
cambiamento grandissimo nella sua vita, un cambiamento di mondo, persino e non
era sicuro che sarebbe riuscito a farcela, sebbene fosse sempre stato convinto
che volere è potere. Ma. Grandi cambiamenti portano con sé grandi
responsabilità. Poteva solo immaginare lontanamente come sarebbe stato dire a
tutti che partiva, se ne andava, dirlo a Xiaoli, prima di tutto. E alla sua
famiglia, poi. Dirlo a sua madre che non faceva altro che parlare con le
comari, durante le partite di dama cinese, di quanto bello sarebbe stato quando
il suo unico figlio si sarebbe sposato, di quanto dolce fosse la sua futura
nuora; dirlo a suo padre che continuava a fantasticare sul giorno in cui
sarebbe diventato nonno. Solo il pensiero lo faceva rabbrividire. Avrebbe
deluso tutti se avesse fatto la scelta che più sentiva di desiderare. Avrebbe
spezzato mille cuori per renderne felice uno soltanto, il suo.
Il suo futuro era in parte scritto nel
contenuto di quella busta che aveva così paura a leggere. Poteva essere una
condanna a una vita in un porto sicuro, o una possibilità per prendere il
largo, in quel caso la scelta finale sarebbe comunque stata la sua. Solo la
sua.
Gentile
sig. Gua Xinfeng,
siamo
lieti di comunicarle che lei risulta essere uno dei 3 vincitori di borse di
studio per l’Europa per un biennio di master di specializzazione in design
d’interni. Ci congratuliamo con lei e restiamo in attesa della sua conferma di
disponibilità a beneficiare di tale onore.
Questo era quanto il responsabile del ministero
dell’istruzione gli aveva scritto. Quanto bastava per mandarlo ancor più in
confusione. Tutto quello che aveva visto nei giorni e nelle settimane
precedenti come una possibilità, come un forse, chissà era diventato,
improvvisamente reale. Aveva davvero vinto la borsa di studio e ora doveva solo
decidere cosa fare, seguire il cuore e il desiderio o attenersi alla xiao, alla pietà filiale, così tanto
cara al suo mondo ed evitare di far perdere la faccia sia alla sua famiglia che
alla povera Xiaoli e alla sua di famiglia … non poteva immaginare cosa avrebbe
dovuto passare quella poverina per colpa sua. Se iniziava solo a rifletterci
tutto l’egoismo, la voglia di andar via, di stare bene svaniva. Se pensava che
una persona a lui tanto cara quanto Xiaoli potesse dover affrontare le domande
di un intero villaggio da sola, senza di lui a proteggerla, gli sembrava quasi di vedere le spalle magre della ragazza
sovraccaricate di pesi enormi che le schiacciavano, molto di più di quanto potesse sostenere.
La mente vagava talmente veloce e alternava
pensieri talmente contrastanti che Xinfeng iniziò a preoccuparsi per la sua
salute mentale, forse stava impazzendo. Forse era quella la causa di tutto.
Stava diventando matto. Ecco tutto.
C’era forse nell’intero quartiere solo una
persona che poteva capirlo e persino aiutarlo se il destino era propizio. E lui
non aveva nulla da perdere, poteva solo tentare.
Attraversò la strada, svoltò verso est, poi a
ovest e di nuovo a est, percorse tutto lo stretto vicolo e raggiunse casa di
Lao Han. Lao Han, o Maestro Han come molti lo chiamavano, era un anziano saggio
signore che passava la gran parte del suo tempo, quando non era intento nella
pratica del taijiquan, a fissare
l’acqua cristallina del laghetto nell’aia dietro la sua casa. Casa di Lao Han
era una delle poche case di stile antico del quartiere, forse l’unica, con il
cortile interno e le stanze disposte sui quattro lati ed era sempre appartenuta
alla famiglia dell’anziano signore che l’aveva costruita per sentirsi meno
straniera quando era giunta sull’isola di Taiwan emigrando dall’entroterra della
Cina Continentale.
Arrivato a casa di Lao Han sua moglie gli aveva
offerto del tè, ma lui aveva declinato gentilmente dicendo che ne aveva già
bevuto abbastanza nella sala dei mille fiori e ora voleva solo vedere Lao Han
per un paio di minuti.
La signora Penghua era buona e mite, ma
soprattutto era abituata ad avere visite di continuo, tutti nel quartiere
andavano a chiedere consiglio a suo marito ad ogni ora del giorno e, nei casi
estremi, anche della notte; chiunque altro si sarebbe infastidito, ma non la signora
Penghua, lei sorrideva e offriva una buona tazza di tè caldo, era fatta così.
Xinfeng attraversò il cortile e andò dritto
verso il laghetto. Lao Han, come ogni sera al tramonto, era intento
nell’osservare i giochi di colore che i raggi del sole creavano sulla
superficie dell’acqua «Xinfeng, pensavo proprio a te» disse a bassa voce
l’anziano signore, senza neppure voltarsi. Xinfeng rimase a qualche passo di
distanza, ogni volta che era accanto al suo vecchio maestro sentiva la pace
dentro il petto, gli bastava guardare quella figura curva, poggiata sul bastone
contro il tramonto, quella testa tonda, calva e lucida per sentirsi meglio,
sollevato. Lao Han non si voltò, continuò a parlare guardando l’acqua.
«Dimmi, ragazzo mio, cosa c’è che rende il tuo
animo così oscuro in questo bel pomeriggio?»
Xinfeng non si era certo meravigliato che Lao
Han riuscisse a percepire con tanta facilità il peso che gli opprimeva l’animo,
anzi, era quasi contento che senza bisogno che parlasse il suo maestro –Xinfeng
aveva studiato taijiquan per diversi
anni da adolescente- sapesse già che qualcosa di grave gli stava accadendo e
stava turbando il suo animo in tumulto.
Quando il ragazzo, seduto sul bordo del
laghetto, con i lunghi capelli neri raccolti in un codino e gli occhiali da
sole a nascondere gli occhi arrossati dalle lacrime del cuore, ebbe finito di
raccontare tutto quello che gli stava succedendo, Lao Han che gli dava le
spalle e aveva continuato a guardare le vibrazioni e le increspature sulla superficie
dell’acqua del laghetto, disse con tono sicuro ma delicato al tempo stesso:
«C’è solo una cosa che posso dirti, Xinfeng. La
barca, quando arriva al ponte, svolta da sola.»
Xinfeng lo sapeva bene, Lao Han non era uomo di
molte parole ed era sempre necessario scavare un po’ per coglierne il senso
profondo, ma questa volta quanto il maestro aveva detto sembrava, agli occhi
del ragazzo, cristallino.
Xinfeng aveva capito tutto e non aveva dubbi
che la sua di barca stesse per svoltare. L’unico dubbio restava: in quale
direzione? Oriente o occidente?
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