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Il primo personaggio, tutto inizia così.
Inizia uno strano viaggio, in cui racconterò tutti quei volti, quei cuori, quegli umori che si trovano ogni giorno tutti insieme stipati sui vagoni del trenino Orte-Fiumicino Aereoporto, o nei bunker sotterranei puzzolenti della Metro B...
Il primo personaggio, tutto inizia così.
Un uomo. Di mezza età. Avrà forse 50 anni, ma poco importa. Ha la pelle scura, è calvo. Baffi fini sbiancati da una neve che non lo lascerà più, basette fin troppo lunghe. Il viso tondo, occhi stretti ma buoni.
Forse è indiano. Forse la sua religione è piena di divinità antitetiche mostruose e meravigliose al tempo stesso.
Indossa una tuta, anzi, la giacca di una tuta rossa e blu, con sotto un paio di pantaloni gessati, quasi eleganti con delle vecchie Superga blu.
Indossa un orologio con il cinturino metallico, forse un Rolex. Tiene le mani incrociate, le gambe allungate, sembra voglia riposarsi.
Il primo personaggio, per rendergli giustizia lo chiameremo Aladin, è molto educato. Appena salito sul treno chiede una penna. Non vuole accedendere una bomba. Vuole scrivere il biglietto. Chiede che giorno è oggi. Il dieci Gennaio. Rispondiamo, ma qualche sguardo sbieco, storto, di disprezzo non manca. Perchè Aladin ha la pelle leggermente scura, dannatamente scura. Si tiene in braccio uno zainetto azzurro bordato di verde, potrebbe essere una borsa termica. Jasmin gli avrà preparato con cura il pranzo, lo avrà incartato con le sue mani sottili, dalle lunghe dita affusolate e lo avrà riposto lì dentro. é preziosa. Per quello Aladin tiene stretta la sua borsetta. Non contine merce rubata, nè bombe a mano. Soltanto il pranzo amorevolmente preparato.
Aladin forse sta andando a lavoro. Chissà che lavoro è costretto a fare, uno che gli italiani disprezzano, o forse sta solo tornando a casa sua, lontanoo...
Aladin cerca di sembrare italiano, ma si tradisce. Perchè è gentile. E gli italiani, si sa, specialmente sui mezzi pubblici, non lo sono mai.
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