lunedì 12 settembre 2011

Un quadro con l'inchiostro del cielo.

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La luna bianca, tonda, piena scruta dall'alto; al suo fianco una stella brilla silenziosa e assorta, le nuvole che avevano coperto tutto son volate via, una dopo l'altra, e il cielo notturno è tornato di un blu scuro quasi nero. Nero come pece o meglio inchiostro. 

Un mare d'inchiostro denso che si estende in tutte le direzioni e si fonde con l'oceano distesa infinita d'acqua silenziosa. Sembra essere lì ad aspettare che arrivi un pennello, che si intinga e inizi, con ampi movimenti, a tracciare caratteri; un tratto dopo l'altro, in equilibrio, in una sequenza che è rimasta la stessa negli anni, impassibile di fronte al passare del tempo.. 

Il pennello va e da sinistra a destra traccia una linea ben definita, orizzontale, si sofferma solo un istante di più all'inizio e poi va, dall'alto al basso e ancora un ultimo tratto 女. 

Il profilo di una donna ha tracciato il pennello. Non una beltà, non una prima donna e nemmeno giovane, ma i raggi della luna piena nel giorno della festa di metà autunno son gentili e le accarezzano il volto; i capelli lunghi fino alle spalle, piuttosto radi, tutto d'un tratto si trasformano in raggi di luna e la sua pelle chiara diventa porcellanea. Indossa soltanto una maglietta leggera, trasparente e un foulard fiorato avvolto sulle spalle per ripararsi dalla brezza marina. Guarda dritta davanti a sé.

Il pennello non si ferma, continua a dipingere caratteri in aria, imperturbabile. Un campo e poi due tratti secchi, curvati che formano la forza. L'uomo. 男. 

Forza delle braccia che ara il terreno, braccia nude e pelle chiara, liscia, come quella di lui. In piedi di fronte a lei. Il torace riluce dei raggi lunari. I pantaloni corti bagnati agli orli dall'acqua, colpa della marea che sale di corsa, come se temesse di perdere tempo prezioso e divora la spiaggia; i pantaloni verde militare si tengono su grazie alla cinta legata stretta sui fianchi sottili, linee perfette. 

Lui ha gli occhi piccoli, fessure di luce e la guarda. 

Il naso pronunciato e un sorriso gentile, lui non riesce a toglierle gli occhi di dosso, la guarda e la desidera. 

Sono soli, finalmente, solo la luna e le quattro stelle che sono apparse tengono loro compagnia, l'oceano gorgheggia tranquillo e la stella polare brilla leggiadra. Si guardano un istante ancora, sanno che è pericoloso, ma nessuno li sta osservando.

Il fuoco della brace, dove gli altri stanno cuocendo la carne appare solo un puntino indistinto, sotto al molo su cui sono seduti, davanti a loro solo un piccolo faro, spento.

Il pennello prosegue e traccia un punto, poi una linea orizzontale e altre due e una bocca. La parola 言.

-La luna non si vede, le nuvole l'hanno inghiottita di nuovo- dice lei con un soffio di voce, ma non osa guardarlo in volto, fissa il mare.
-Se vuoi la chiamo e le chiedo di uscire di nuovo, solo per te.- risponde lui. 

Coraggioso, più giovane di almeno dieci anni rispetto a lei, non teme il rischio e la guarda negli occhi, sorridendo sornione. Lei non resiste. Si baciano. Fino a finire tutto il fiato, dimenticando di respirare.

Il pennello continua il suo percorso e va, traccia un carattere pieno di curve gentili. 老 vecchio.

Un uomo, solo, sulla spiaggia. Un po' lontano dagli altri, seduto su una roccia. Pensoso. Non immagina, o forse sì, forse immagina e ha l'espressione di chi è arreso, di chi ha accettato la realtà e si accontenta di come stanno le cose.

Il giovane guarda la donna seduta accanto a lui mentre stringe la cinta dei pantaloni e cerca di ricomporsi. La donna, intanto, si stringe nel foulard, infreddolita dalla brezza marina.

Quella donna. La donna di suo padre. Lui sorride tra sé e sé. Poi si incammina, soddisfatto, a passi lenti, sulla spiaggia e torna, contento, dagli altri a cuocere la carne sulla brace, come se niente fosse. 

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