giovedì 1 settembre 2011

Un arrivo bagnato, un arrivo fortunato

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

 Un arrivo... Bagnato, un arrivo fortunato.

Un cielo leggermente grigio, nuvole spumose accolglienti come un morbido abbraccio, ti aspettano estendendosi in tutte le direzioni, compagne giocose dell'aria calda, carica di acqua, all'arrivo, fuori da Taoyuan, il grande aeroporto. Hai ancora la sensazione di avere l'odore di marijuana addosso, un odore appena percettibile lasciato dal fiocco blu che il poliziotto t'ha legato alla gamba mentri eri in fila per il controllo passaporti chiedendoti di collaborare all'addestramento di un tenero cucciolo di labrador antidroga, partecipando, almeno, ti sei guadagnata, assieme agli sguardi sbiechi degli astanti, una penna multicolore. L'aria è bollente, togli la felpa e senti che il freddo che hai avuto in aereo non lo ritroverai per un bel po' e vieni contraddetta pochi istanti dopo salendo su un pulman pulito sebbene leggermente puzzolente per colpa del bagno dove l'aria condizionata ti lascia quasi senza respiro. Il pulman sfreccia su una strada ampia, nessuno suona col clacson e inizio a capire che, in effetti, non sono affatto in Cina continentale, decisamente no. Se volto la testa accanto a me ci sono i miei compagni di avventura, stanchi, anche loro con alle spalle quasi 24 ore di viaggio (calcolando il fuso orario) sulle spalle, ma con i volti rilassati perchè loro, a differenza di me, stanno tornando a casa. Shane ha gli occhi piccoli, neri neri e un sorriso che solo a guardarlo ti scioglie il cuore, di una gentilezza che ti spiazza e presto scoprirai che è bene che ti ci abitui perchè lì, a quanto pare, sono tutti così; Ah Zhe ha il cellulare in mano e naviga senza sosta su internet, non gli sembra vero che il suo soggiorno in Italia, la terra, a parer suo, dove non c'è niente e dove quello che c'è funziona male e tutti non hanno voglia di lavorare sia finito e si gode il ritorno nel suo paese natale dove, al contrario, c'è tutto quello di cui si ha bisogno e anche molto altro. Rick è impegnato con le telefonate, chiama tutti e di più per dire che è tornato, che è di nuovo qui e brilla di felicità.
Guardi fuori dal finestrino, gli occhi sembrano volersi chiudere ma non lo fanno e ti senti felice, stranamente e stupidamente felice.

Si scende dal bus e subito sul taxi che Shane ha chiamato prontamente, carichiamo tutti i bagagli, la mia vita intera impacchettata in due valigie, una grande e una piccola, piegata per benino e privata di tutta l'aria con l'aspirapolvere, essiccata come basilico al sole, prima di fare il pesto. Sei confusa, frastornata, vorresti sentire solo la felicità, ma avvicinandoti a casa senti l'angoscia salire e essa raggiunge il picco quando entri nella tua stanza. Sono ore che non dormi, sei stanca, circordata da volti che, per quanto amici, ti sembrano sconosciuti e senti una solitudine pesante scendere su di te, senti che quasi il respiro ti manca, guardi la valigia e ti dici che non puoi riuscire a disfarla ora, perchè aprire quei sacchi che tua madre ti ha aiutata a riempire, tirare fuori le cose vorrebbe dire che davvero rimarrai a vivere lontana da casa per sei mesi, almeno. Piangi. Lacrime calde scendono giù per il viso e Alay, la ragazza taiwanese che è poggiata provissioriamente a casa tua perchè l'hanno buttata fuori da casa della madre, viene a chiederti se ti serve una mano... ti trova come una stupida, inginocchiata di fronte alla valigia che sembra non volersi aprire, che sembra dirti che se la lasci chiusa il giorno in cui tornerai a casa sarà più vicino... Si sente in colpa, tutti ci si sentono, lei Ah zhe e Shane, perchè sono gentili, da bravi taiwanesi, sono empatici e hanno paura di non averti trattata abbastanza bene, di averti fatto mancare qualcosa e allora tu provi a spiegare loro che dall'altra parte del mondo hai lasciato qualcuno che è molto importante per te e che ora che sei così lontana sembra che il valore di ogni minuto insieme sia cresciuto a dismisura.... Lo spieghi, in un cinese disconnesso, con parole messe a caso che se i tuoi professori ti sentissero ti rispedirebbero al primo anno della triennale, ma non riesci a pensare nitidamente. Poi torni in sala, suona il campanello. La porta a vetri della veranda si apre e lo vedi entrare. Camicia bianca, jeans corti, fino alle ginocchia. Il piede fasciato, lo sapevi, è caduto dal motorino, sorride. Quel sorriso che è lo stesso di quando l'hai conosciuto, al corso di cinese commerciale e sei stata convinta, per mesi, che il suo nome cinese fosse Shen Zhen, come la città, quello delle chiacchierate al sabato mattina presto e quello delle gite fuori porta, delle passeggiate per Roma e del giorno della tua e della sua laurea... il sorriso di Stef. Lo guardi bene e ti dici che è proprio vero, il tuo amico Stef, è lui che è appena entrato. Lo abbracci forte e senti che ora che l'hai visto, che sai che davvero è lì senti il cuore rasserenarsi, la nebbia densa che lo offuscava si dilata pian piano, goccia dopo goccia e una tranquillità assoluta si diffonde. 
A cena, si va in un posto mozzafiato, in cima a Yangmingshan 陽明山, la montagna che si vede da dietro casa, quella da cui il panorama lascia senza respiro. Le luci di tutta la città sono ai tuoi peidi, ti spiace solo che piova, ma in qualche modo tutto è più magico, etereo. Peccato solo che sei così stanca che neanche riesci a mangiare quelle cose di sicuro ottime che hai davanti, peccato solo che devi riuscire a trovare il tuo equilibrio in quel nuovo mondo. 
Il primo giorno è così. Tutto sembra difficile, le strade infinite, senti che la via per arrivare alla metro da casa tua non la troverai mai da sola, che quei negozi sono tutti uguali, che non ti sentirai mai a tuo agio lì. Invece sbagli. Bastano pochi giorni, poche ore, basta mettere i giusti occhiali per guardare, basta comprare un nuovo computer per sostituire Toshi che è morto senza dar traccia di malattia letale, per sentirsi vicini a casa, per usare skype e sapere che la tua famiglia e anche l'uomo che tanto ami insieme ai tuoi amici non vanno da nessuna parte, restano nel tuo cuore.

Nessun commento:

Posta un commento