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Non è
bello, neanche eccessivamente brutto.
È, insomma, una di quelle persone del
tutto insignificanti, anonime, che non attirano in nessun modo l’attenzione …
eppure si è trasformato, suo malgrado, nel quarto personaggio.
È
stata, probabilmente, la sua aria sognante a farmi accorgere di lui in un primo
momento.
Il 30
stava ripartendo dall’ennesimo semaforo rosso, sta volta era quello di Piazza
della Bocca della Verità dove decine di turisti, approfittando delle giornate
di primavera che questo ottobre ci sta regalando, si ammassavano per andare a
provare se davvero quella bocca di pietra può mangiare una mano… avevo appena
distolto lo sguardo da due turiste giapponesi che camminavano a fatica con i
loro tacchi a spillo sui sampietrini di Roma antica, quando mi sono accorta del
quarto personaggio che ho deciso di chiamare il ragazzo in nero. Il perché è
facilmente intuibile, il quarto personaggio era completamente vestito di nero, aveva
la borsa porta computer nera, ma soprattutto nera era l’agendina che teneva in
mano.
L’agendina
è stato l’elemento determinante.
Identica alla mia e a quella di altre migliaia
di persone che la comprano per sentirsi un po’ artisti o solo perché le righe
sono larghe e comode, la carta è buona ed il formato ottimo per portarla sempre
con sé, o magari perché li intriga l’idea che anche Hemingway avesse un
taccuino simile … insomma il ragazzo in nero tiene in mano un’agendina di pelle
nera Moleskine. La guarda e la riguarda, accarezza la copertina chiusa come se
fosse un tesoro prezioso e solo dopo aver dato un’occhiata furtiva tutto
intorno si decide ad aprirla e ad iniziare a leggere. Legge come se fosse un
libro, come se ci entrasse in quelle pagine, le guance gli si colorano di rosso
acceso e dietro i suoi piccoli occhiali da vista tondi sembra che i suoi occhi
neri si stiano riempiendo di lacrime …
Forse
quella agendina è la storia della sua vita.
Forse, invece, questa mattina
quando è uscito di casa ed ha controllato la cassetta della posta, esattamente
come fa ogni giorno, ci ha trovato dentro l’agendina, chiusa in una busta da
lettera gialla. Forse, non ha idea di chi abbia scritto quelle pagine che
chiaramente parlano di lui e sembrano essere piene di sentimento, forse di
amore.
Forse il ragazzo in nero ha un’ammiratrice segreta che si è innamorata
della sua aria sognante e con la pazienza che hanno solo gli amanti non
corrisposti, ha affidato a quel taccuino i suoi pensieri, ha raccontato tutte le
emozioni che il ragazzo in nero, senza sospettarlo minimamente, suscita in lei
ogni giorno quando la incrocia per le scale del palazzo o quando le dice
“buongiorno” sottovoce, in ascensore… mentre va avanti con la lettura, il
ragazzo in nero è preso da una strana frenesia, sfoglia le pagine con foga come
se volesse succhiarne tutto il contenuto il più velocemente possibile, poi, a
tratti, la sua espressione si fa dolcissima, alza gli occhi per controllare che
nessuno si stia accorgendo delle sue emozioni e torna a leggere, a sognare la
persona che può aver scritto quelle parole, che lo ha amato nell’ombra e pensa
che forse, aprendo l’ultima pagina dell’agendina, troverà un nome da dare alla
persona che gli ha toccato il cuore e ha colto la sua essenza senza nemmeno
conoscerlo.
Con sua
enorme delusione, però, nell’ultima pagina c’è scritto soltanto:
“La ragazza in
bianco.”
E non
immagina nemmeno, il ragazzo in nero, che qualche sedile più indietro, proprio
in quello parallelo al mio, c’è una ragazza col viso magro, con una manciata di
lentiggini sulle guance e lunghi capelli castani che lo guarda e sorride tra
sé, sperando con tutto il cuore che, un giorno o l’altro, il ragazzo in nero
possa capire che quella è la sua agenda.
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