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Il
settimo personaggio è un disegnatore e non immagina nemmeno che mentre io sto
diventando un abitante del suo libro degli schizzi lui sta diventando il mio
settimo personaggio. Sono le stranezze della vita.
Davvero
non lo avrei mai notato, un ragazzo del tutto normale, niente di speciale nel
suo aspetto, non mi sarei accorta di lui se non mi fossi sentita osservata.
Osservata in modo strano e singolare, con una sorta di interesse scientifico.
Ho alzato gli occhi dalle pagine piene di caratteri cinesi del mio libro e ho capito.
Il
disegnatore ha un quaderno in mano con i fogli bianchi e una matita di quelle
che usava Gabriele per creare i suoi capolavori durante le noiose ore di
filosofia del linguaggio.
La cosa
veramente degna di nota del disegnatore è la sua aria, di mistero e di
singolarità, quasi di sospetto, deve esser stata quest’aria ad avermi attirato,
la stessa che ho io quando scrivo di qualcuno e lo guardo di sfuggita alzando
velocemente gli occhi dal foglio.
E così mentre scrivo del disegnatore sul suo
foglio stanno prendendo vita i miei capelli ricci disordinati e forse persino
l’agendina.
È così singolare questo incrociarsi di sguardi, lui non può sapere
che è diventato il settimo personaggio, ma a me piacerebbe vedere quello che è
comparso nel frattempo sul suo foglio!
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