lunedì 1 aprile 2013

Attenti al Drago Volante ------ Parte I

Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.



Di lunedì mattina, come si fa ad essere di buonumore?  

Il weekend è appena finito e la settimana, con tutto il suo carico di stress e di vita, sta appena iniziando, nessuno si alza dal letto felice di lunedì e non vien di certo da sorridere se aprendo la finestra ci si trova davanti un cielo plumbeo e tanto vento caldo che sembra presagire uno di quei tifoni tropicali … Ma non dovrebbe essere inverno? Dove son finite quelle belle giornate di cielo cristallino col sole tiepido, in cui le nuvole vengono spazzate via dal tocco gelido della tramontana?

Mentre si aspetta il treno delle 8.13 è facile perdersi nelle considerazioni sul tempo, così, tanto per dimenticare l’umidità che salendo su dal Tevere inonda ogni cosa, entra nelle ossa e qualunque cosa tu faccia, te la porterai comunque dietro per tutto il giorno …

Michela si stringe nella sua sciarpa blu, di tessuto morbido - ricamata a mano in un paese lontano da una signora anziana dalle mani veloci ed esperte- e spera che il treno arrivi presto, l’attende una giornata tremendamente impegnativa. Se solo chiude gli occhi vede già davanti a sé la pila di carte che inonda quella che dovrebbe essere la sua scrivania, ma che -come il suo capo non perde occasione di puntualizzare- sembra più che altro un campo di battaglia. Aver preso due giorni liberi la settimana precedente le è costato caro e sa che quel lunedì dovrà fare il triplo del lavoro.

Con un sospiro rassegnato finalmente sale sul treno, almeno il riscaldamento funziona.

Scegliere dove sedersi è sempre un’impresa singolarmente complessa, Michela ormai sa bene quali siano i criteri da prendere in considerazione, un elenco non breve:

  • quantità di sporcizia, macchie e gomme da masticare appiccicate sui sedili;
  • densità dell’alone giallo-marroncino sul poggiatesta;
  • tonalità di blu dei braccioli;
  • grandezza del finestrino;
  • grado di visibilità verso l’esterno (anche detto: quantità di graffiti su quel vagone);
  • distanza dalla porta d’uscita.
Potrebbe sembrare una lista eccessivamente dettagliata, ma ormai il cervello di Michela è abituato ad usarla ogni mattina (perché la sera, al rientro, non può di certo permettersi tanta accortezza nella scelta; nella rissa del treno delle 18.28 ogni posto libero va bene, pur sempre incrociando le dita e sperando che i pantaloni nuovi non saranno da buttare a causa di una gomma da masticare!).

Così, processate velocemente le informazioni e scelto il posto, può finalmente sedersi.

Toglie il cappotto, allenta un po’ la sciarpa e si prepara a iniziare a leggere le mail che le hanno mandato dall’ufficio e che ha stampato perché è ancora una persona all’antica e quando ha bisogno di prendere appunti o di sottolineare preferisce la cara vecchia carta allo schermo del cellulare.

È arrivata alla seconda riga del primo foglio in cui il suo capo, dopo averle augurato buona vacanza, annuncia che la consegna per il romanzo inglese che sta traducendo è stata anticipata di due settimane.

Che rabbia! Pensa Michela e mentre si guarda intorno nota, sul sedile vuoto accanto al suo, un giornale abbandonato.

Le piace molto essere sempre aggiornata sulle ultime novità e nei giorni in cui esce di casa coi minuti contati e non fa in tempo a comprare il quotidiano, trova la free press molto utile.

Per fortuna sta nascendo l’abitudine di lasciarli sul treno i giornali, così uno stesso quotidiano informa più passeggeri che viaggiano sulla stessa tratta ad orari diversi …

Michela prende il giornale. Leggo. Scorre le notizie.

È piuttosto stufa delle continue morti, degli incidenti, dei potenti in lotta tra loro e preferisce le pagine di cultura e quelle con le recensioni degli ultimi film.

Come al solito, salta lo sport a piedi pari, ma si ferma un attimo ad una pagina scritta fitta fitta che la incuriosisce.

Messaggi e pensieri d’amore.

Inizia a leggere e le viene da sorridere di fronte agli annunci più disparati: si va dai messaggi d’amore in codice: “ti amo tanto cucciola, tuo cucciolo” a cose più particolari come “al bellissimo autista della linea 310, ti sogno tutte le notti!”, come si può non ridere? In un certo senso però, una piccola parte del suo cuore prova quasi invidia per quella gente che passa ancora il tempo a dar retta ai sentimenti … si vede che non hanno niente di meglio da fare, pensa Michela, mentre continua a scorrere con gli occhi gli  annunci …

“Alla bellissima ragazza dai capelli rossi, con il trolley viola e l’anulare destro tatuato che era al Mac Donald’s di Termini il 20 novembre alle 13.15, non posso smettere di pensarti. Il ragazzo che era seduto di fronte a te. Scrivimi feilong@live.it

Michele rilegge, una, due, tre volte.
Poi guarda la sua mano destra.
Guarda il suo anulare e il sottile stelo che lo avvolge e sboccia in una rosa blu, proprio all’altezza dell’unghia … Che stupida che sono, si dice, sarà solo una coincidenza, non è poi una cosa così unica avere un tatuaggio su un dito!

Il 20 novembre. All’ora di pranzo. Dov’ero?!

Mentre la campagna sabina scorre veloce fuori dal finestrino, ancora protetta da una coperta sottile di rugiada ghiacciata, ricorda ogni cosa …
 

Nessun commento:

Posta un commento