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I libri, in generale, sono una parte fondamentale della mia vita. Lo sono sempre stati, da quando era mia madre a leggerli per me, prima di dormire, da quando le chiedevo di rileggere mille volte lo stesso episodio di Pippi Calzelunghe, il libro gigante con la copertina arancione senza figure, ma con delle fotografie dentro. Lo sono stati da quando zia Mirella a Natale mi regalava i libri della Mursia, quelli profumati e non mi regalava libri a caso, mi regalava "Il racconto di Natale" di Dickens o "Pattini d'argento" o Rodari.
Ma non è di questo che voglio parlare, voglio parlare di quanto i libri siano stati e siano importanti nella mia vita.
Un percorso strano, mi ricordo ancora che fino ai diciotto-diciannove anni, non conoscevo la magia del comprarsi un libro. Me ne avevano regalati, sicuramente, ma poi tutti i libri che ho letto nella mia infanzia venivano dalla biblioteca. Non ci avevo mai pensato che uno potesse costruirsi una libreria tutta sua. Andavo in biblioteca, vecchia chiesa sconsacrata, mi sceglievo tre o quattro libri del "Battello al Vapore" e li divoravo nei mesi estivi, alle elementari.

E così leggendo, un libro dopo l'altro mi veniva voglia di scrivere, di raccontare anche io delle storie e si formava la mia coscienza critica.
Iniziavo a rendermi conto che non tutti i libri mi piacevano allo stesso modo. Alcuni proprio non potevo soffrirli e quando ciò accadeva, non c'era niente da fare, non riuscivo a superare le prime pagine. Un diritto imprescindibile del lettore, a mio avviso e all'avviso di Pennac, sicuramente più degno di considerazione di me, è quello di poter non leggere. Beh, ci sono libri che dopo vent'anni ancora aspettano di essere letti.
"Prof, per favore posso cambiare libro?" la mia non era una semplice richiesta, era un'implorazione. Quel maledetto "Castello di Otranto" che la prof di lettere voleva leggessi mi metteva angoscia, mi faceva sentire triste... stavo capendo in quel periodo quante emozioni può trasmettere la lettura, ma quelle, di emozioni, proprio non mi piacevano. La prof aveva guardato attentamente la mia faccia preoccupata e, comprendendo la situazione, mi aveva permesso di sostituire il libricino da 100 pagine scarse che odiavo tanto con il mattoncino da 440 di Mary Poppins. Ma, insomma, volete mettere? 440 pagine di avventure di Mary Poppins erano decisamente più leggibili.
La vera rivoluzione avvenne al liceo.

Ed è stata Laura, un giorno, con una frase detta per caso a casa sua, dopo aver mangiato del purè di rapa rossa, a farmi intuire che oltre ai libri che prendevo in prestito in biblioteca, avrei potuto avere dei libri miei! Non lo avesse mai fatto!
Vi sembrerà strana questa mia confessione, ma per davvero non avevo mai immaginato di poter avere dei libri miei. Tutti miei. Anzi, ero sempre disperata all'idea di non poter trattenere abbastanza dei libri che leggevo, ogni volta che li portavo indietro sullo scaffale della biblioteca era un tuffo al cuore. Una separazione dolorosa. Avevo un quaderno e ci trascrivevo le parti che più mi colpivano... cos'altro potevo fare? Quello mi sembrava un buon metodo per conservare un pezzetto del libro appena finito...
"Avere dei libri tuoi è una cosa bella. Io per tanto tempo sono stata molto attaccata ai miei libri, ora lo sono di meno, riesco persino a regalarli." Così aveva detto Laura, la guardiana della rifugioteca, quella sera d'inverno, davanti alla sua libreria. Ovviamente non poteva avere idea di cosa fosse scattato dentro di me in quel momento. Non poteva sapere che mi aveva appena fatto intuire che potevo avere libri tutti miei!
Il primo libro che ho comprato con i miei risparmi è stato "Novecento" di Alessandro Baricco. Alla Libreria Croce, Roma. Subito dopo una lettura ad alta voce all'ennesima meravigliosa presentazione del nuovo libro di quel genioVale la pena dare un'occhio al genio di Baldo Savonari) E da quel giorno, per dannazione di mio padre che ha dovuto costruire una libreria nel sottoscala, comprare libri è diventata la mia passione e la mia dannazione.

Ogni libro che popola la mia libreria ha nella prima pagina bianca, subito dopo la copertina, la mia firma, la data in cui l'ho acquistato e il luogo e un paio di righe che mi ricordano perché, in che circostanza l'ho comprato... può sembrare sciocco, ma se ci penso, tra vent'anni, mi basterà aprire a caso un libro e avrò un pezzetto della mia vita attaccato ad esso. Indossolubilmente legato.
Tutta questa digressione non l'avevo pensata, in realtà volevo solo scrivere due righe per dire che ho deciso di aprire una nuova rubrica per parlare di libri... ed è venuto fuori questo... che vi devo dire, è andata così, ma sappiate che in questa sezione del blog troverete qualche mia idea, commento, sproloquio su libri letti o in lettura... Tutto qui.
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